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Witlab, come sfruttare al meglio l’alternanza scuola-lavoro in Trentino nel green e hi-tech
Non semplici stage ma veri progetti di gruppo. Dentro Progetto Manifattura, il laboratorio di prototipazione di Rovereto offre un importante momento di formazione. E tre giovani sono entrati nello staff.
Per molti ragazzi l’alternanza scuola-lavoro, ovvero i percorsi formativi con le imprese per gli studenti delle superiori, si risolve talvolta in adempimenti ripetitivi o a basso valore aggiunto.
Non possono dire lo stesso i ragazzi trentini che hanno deciso di far
parte di uno dei programmi di alternanza scuola-lavoro di Progetto Manifattura, l’hub della green economy di Trentino Sviluppo, con sede a Rovereto.
Una delle opportunità più gettonate e di maggiore successo è stato Witlab, tra i più grandi Fablab d’Europa, un laboratorio artigiano hi-tech con stampanti 3D,
dove si possono realizzare prototipi di elettronica e programmazione
robotica, falegnameria, design e progettazione a tre dimensioni.
«Abbiamo deciso di offrire uno stage importante per questi ragazzi che spendono in Witlab fino a 200 ore, cosicché sia veramente un momento significativo della loro esperienza scolastica e di vita», spiega Andrea Saiani, uno dei fondatori del laboratorio. «Ad oggi abbiamo ospitato 14 studenti tra i 16 e i 18 a
[[wysiwyg_imageupload:772:]]nni, che hanno potuto apprendere conoscenze molto avanzate, come ad esempio costruire prodotti complessi, hardware, software, oggetti elettronici, disegno tridimensionale».
[[wysiwyg_imageupload:771:]]I ragazzi sono divisi in gruppi da tre, dove ognuno ha una mansione ben specifica, suddivisa in Hardware, Software, e Sistema. Lo scopo del gruppo è ideare un prototipo e realizzarlo con le attrezzature disponibili. Sono seguiti dai due ideatori, sempre presenti a Witlab, che offrono ispirazione per nuovi progetti e modalità d’uso delle centinaia di macchine presenti dentro il laboratorio. «Ad oggi i ragazzi hanno costruito piccoli robot, dei progetti di domotica, dei sensori per le piante, ecc.», spiega Emanuele Rocco, l’altro fondatore di Witlab. «Se il progetto funziona i ragazzi provano a cercare qualche piccolo finanziamento per realizzarlo attraverso le piattaforme di crowdfunding».
Una grande opportunità per formarsi con l’industria 4.0, tra le priorità sostenute dal Ministero per lo Sviluppo economico.
Ma anche occasione concreta per trovare lavoro, dato che tre tra i
ragazzi arrivati con lo stage sono ad oggi entrati a far parte dello
staff effettivo di Witlab.
Tra gli attuali stagisti dell’alternanza scuola lavoro c’è Daniel Perghem, 17 anni, studente del Liceo Rosmini di Rovereto, che si sta specializzando in disegno hardware e informatica. «Sto cercando di fare il patentino per Solidworks™,
un software professionale di progettazione 3D che ho imparato a
conoscere proprio tra le mura di Witlab», spiega il ragazzo mentre monta
un trapano pesante.
Filippo Miserocchi, 17 anni, del Liceo Maffei di Riva del Garda, sta lavorando su due progetti: uno è “top-secret”, l’altro si chiama Eco-habitat, una serra automatizzata progettata per badare da sola alle piante attraverso una serie di sensori di luminosità, umidità, temperatura, ecc. Filippo ha conosciuto Witlab grazie ai genitori, fondatori di Italian Stories, startup ospitata anch’essa tra le mura di Progetto Manifattura. «Ho imparato a lavorare in gruppo e a perfezionare le mie conoscenze. Ad esempio ora so progettare e costruire un circuito stampato (PCB) con una tecnica chiamata isolation routing, più rapida della tecnica con l’acido. Uso infatti la CNC (una macchina a controllo computerizzato) per togliere il rame da sopra la scheda, lasciando solo le tracce del circuito. E il gioco e fatto». Ora Filippo andrà all’estero a studiare. «Ma dopo il mio quarto anno voglio tornare qua a lavorare!», assicura.
«Witlab mostra come sfruttare al massimo l’opportunità dell’alternanza scuola lavoro, non solo per insegnare nuovi saperi e tecniche, ma per creare una forma mentis adatta alle nuove professioni, fortemente innovative e orientate alla sostenibilità», spiega Michele Tosi, direttore dell’Area Incubatori e Nuove Imprese di Trentino Sviluppo.